L'anima castello interiore

Santa Teresa d'Avila si rende conto che non esistono parole adatte a spiegare le meravigliose opere di Dio nell'anima, così per dare un insegnamento spirituale alle sue figlie, si serve di immagini: l'anima-castello, il baco da seta, la bianca farfalla... Spiega che la nostra anima è come un bellissimo castello, che assomiglia ad un tersissimo diamante dalle mille sfacettature.


Dice santa Teresa:
"Il nostro intelletto, per acuto che sia, non arriverà mai a comprenderla,
come non potrà mai comprendere Iddio, alla cui immagine e somiglianza
noi siamo stati creati. Se ciò è vero - e non se ne può dubitare - è
inutile che ci stanchiamo nel voler comprendere la bellezza del castello.
Tuttavia, per avere un'idea della sua eccellenza e dignità, basta pensare
che Dio dice di averlo fatto a sua immagine, benché tra il castello e Dio
vi sia sempre la differenza di Creatore e creatura, essendo anche l'anima
una creatura."


Nel cuore del castello c'è DIO.
Più il nostro castello diamantato,
o anima, è terso più vi traspare DIO.
Questo castello ha molte stanze,
ve ne sono a milioni.



Dice santa Teresa:
"Ma siccome il demonio è maligno, deve aver appostato in ogni stanza legioni di suoi pari, per impedire che passino da una mansione all'altra, e cosi le poverette, che ne sono ignare, si trovano impigliate in mille lacci: ciò non avviene tanto facilmente a quelle che sono più vicine all'appartamento reale."


C'è un universo fuori e uno dentro di te

Dice santa Teresa:
"Del resto, se ci pensiamo bene, che cos'è l'anima del giusto: un paradiso, dove il Signore dice di prendere le sue delizie? E allora come sarà la stanza in cui si diletta un Re così potente, così saggio, così puro, così pieno di ricchezze? No, non vi è nulla che possa paragonarsi alla grande bellezza di un'anima e alla sua immensa capacità!"



Gli abitanti del castello
Gli abitanti del castello, i castellani, sono:
la nostra intelligenza, memoria, volontà e i nostri sensi.
Mille..... sono i "personaggi" che lo visitano:
tentazioni, attaccamenti, vizi, diavoletti che
suscitano all'anima pensieri e desideri
contrari alla parola di Gesù.
Questi "personaggi" ci fanno vivere in periferia
o fuori del castello, ci rendono frivoli e superficiali,
ed infine fanno di tutto per non farci entrare
all'interno, a conoscere il nostro gran RE .

Quasi tutti noi viviamo all'esterno del castello,
 o nelle stanze potremmo dire della servitù.



Santa Teresa fa un paragone dicendo così: "Le nostre facoltà, uscite dal castello per andarsene con estranei, riconoscendosi poi in colpa, si ravvicinarono al castello senza però rientrarvi. Il gran Re, che abita nel centro del Castello, si degna nella sua grande misericordia di richiamarle a sé, a guisa di buon pastore, con un fischio tanto soave che quasi esse stesse non l'intendono, fa che conoscano la sua voce e che non vadano tanto perdute ma tornino alla loro mansione.

Questo fischio del pastore ha su loro tanta forza che, abbandonando le cose esteriori in cui stavano distratte, rientrano nel castello.
Mi sembra di non aver mai spiegato questo pensiero così bene come ora".



La porta del castello
La porta del castello è l'orazione o preghiera.
La preghiera è mettersi alla presenza di Dio
 e parlare con Lui, è la chiave che apre 
il cuore di Dio.
C'è la preghiera orale fatta a voce.
La meditativa in cui si riflette su tutto ciò che riguarda Dio.
La contemplativa in cui si ammirano, i misteri della fede, 
di DIO, che amiamo, senza usare tanti ragionamenti 
ma con un semplice "sguardo".

Gesù bussa alla porta del tuo cuore,
per aiutarti a purificare il tuo castello,
e così vedere DIO, ricordi?
"I puri di cuore vedranno DIO"
Povero castello
Fuori di esso ci sono coloro
che sono paralizzati nel peccato
ma Gesù non ci abbandona.


Gesù lo sposo
Gesù è lo sposo dell'anima
a cui fa scoprire il Padre,
la rende degna sposa
arricchendola con i doni o gioielli
dati dallo Spirito Santo, che
portano a perfezione le virtù.

Le tre virtù divine o teologali: 
 fede, speranza, carità.

La fede è rapportata all' intelligenza.
La speranza è rapportata alla memoria e
all'immaginazione.
La carità è rapportata alla volontà.

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